Lorenzo: «Io e Rossi come Senna e Prost»

Written By Unknown on Kamis, 11 April 2013 | 22.06

Il campione del mondo: «Io e Valentino un po' più amici. Oggi controlliamo il nostro ego per il bene della Yamaha. Lui è da titolo»

MILANO - Jorge Lorenzo ha la faccia sorridente di chi, all'esordio stagionale, è riuscito a mostrare la sua superiorità. In Qatar ha fatto gara a sé: lui davanti e gli altri a inseguirlo. Ad Austin magari sarà un'altra storia, ma intanto lo spagnolo racconta le sue sensazioni e spiega il rapporto con Valentino Rossi, qualche anno fa suo acerrimo nemico nonostante dividessero il paddock e adesso valido appoggio per far volare la Yamaha. Lorenzo paragona la coppia che forma con Valentino a quella che ha fatto le fortune della McLaren a fine anni 80 (Senna-Prost) e spera che la doppietta di domenica sia «la prima di una lunga serie. A fine stagione sarebbe bello avere tre piloti Yamaha nelle prime tre posizioni». Ieri il campione del mondo era a Milano per presentare l'accordo triennale raggiunto con la Sector (guarda le foto dell'evento ): sarà ambasciatore internazionale della famosa casa di orologi e del "No Limits Team". L'Italia gli piace e qui inizia a sentirsi di casa, anche perché è stimato da tutti. Carlo Pernat, ex manager di Capirossi, lo ha paragonato come stile a Max Biaggi. «Mi ha fatto un grande complimento - ha ammesso - perché era il mio idolo in gioventù». Parole sincere come quando ha elencato i suoi pregi («In pista sono sempre concentrato e conosco i miei limiti») e ha confessato i suoi difetti: «Nella vita di tutti i giorni sono disordinato e poco puntuale». Con quello che fa durante le gare, i suoi tifosi lo perdoneranno.

Lorenzo, quella in Qatar è stata la sua gara perfetta?
«La gara perfetta non esiste, ma ammetto che è stata una delle migliori della mia carriera. Conosco bene la moto e tutto il team ha lavorato alla grande. Con la Yamaha in Qatar abbiamo dimostrato di avere qualcosa in più degli altri».

Lei davanti a fare corsa a sé, gli altri a lottare alle sue spalle: per un pilota, il massimo.
«Stare in testa ed evitare i duelli è meglio, ma non potrà essere sempre così. In Qatar sono stato costante e concentrato, ma tra me e gli altri non c'è un abisso. Ad Austin sarà tutto diverso: ci saranno un'altra pista, un'altra temperatura e altri assetti da gara. Può succedere di tutto».

Chi dice che Lorenzo è il favorito numero uno per il titolo si sbaglia?
«Ho 25 punti e ci sono da correre altri 17 GP. Per me è sbagliato anche restringere la corsa al titolo ai soli Lorenzo, Rossi, Marquez e Pedrosa, perché ci sono pure altri piloti che vanno forte».

Il pericolo numero 1 è Valentino Rossi?
«Sarei felice se il testa a testa per il titolo fosse con lui perché è il mio compagno di scuderia. Per la Yamaha sarebbe stupendo. La Honda, però, va forte e ad Austin nei test Marquez ha dimostrato di essere il più veloce. Nel prossimo GP sarà lui il favorito, ma non cambierò il mio modo di guidare e la mia mentalità: punterò a vincere».

Com'è adesso il suo rapporto con il Dottore?
«Molto molto migliorato rispetto al passato, quando il nostro ego non ci permetteva di comunicare. Magari non diventeremo mai amici per la pelle, ma sicuramente lo siamo un pochino in più rispetto a 5-6 anni fa».

Il muro eretto in passato all'interno del vostro paddock non c'è più.
(Sorride) «Non era un vero e proprio muro, ma lo abbiamo tolto perché entrambi siamo cresciuti e più maturi. La prima volta che siamo stati compagni io avevo 20 anni, ero piccolo e avevo meno certezze. Valentino ne aveva 28, ma adesso anche lui vede le cose in maniera diversa. Entrambi abbiamo capito che per l'evoluzione della moto il dialogo tra due piloti è importante».

Vuole farci credere che adesso in Yamaha l'atmosfera è idilliaca?
«Siamo d'accordo su quasi tutto e questo aiuta perché abbiamo uno stile di guida simile. Tra due sportivi ambiziosi che puntano a vincere è naturale che non possa esserci amicizia vera, ma un rapporto tranquillo sì».

Non crede che con i suoi "suggerimenti" potrebbe aiutare Rossi a superarla e a vincere il titolo?
«Che sia uno dei favoriti l'ho detto prima dell'inizio della stagione e lo ribadisco adesso, dopo la prima gara nella quale ha dimostrato di andare molto forte. Valentino è tornato quello dei tempi d'oro: come pilota è quasi perfetto e se la MotoGP ha acquistato tutta questa popolarità nel corso degli anni, buona parte del merito è di Rossi. Con la sua simpatia e la sua popolarità ha fatto crescere il numero degli appassionati. Tutti i piloti dovrebbero ringraziarlo».

Un bell'attestato di stima per Valentino.
«Il suo modo di fare può piacere o no, ma come pilota non si discute. Tecnicamente è completo e nel corso degli anni ha mostrato una costanza di rendimento e una competitività notevoli. E' uno che stacca forte ed è difficile da battere».

A 34 anni Rossi può davvero puntare a vincere il decimo titolo?
«L'età non conta se hai il fisico e la testa giusta. Lui ha entrambe le cose, alle quali unisce una grande esperienza».

Nel mondo dei motori c'è mai stata una coppia forte come quella Lorenzo-Rossi?
«Mi vengono in mente Senna e Prost, compagni nella McLaren (nel 1988 e nel 1989; ndr). Erano due fuoriclasse e avevano grandi macchine. E per giunta, come noi in passato, non sempre andavano d'accordo».

Qual è stata la più grande sorpresa in Qatar?
«Marquez, strepitoso. Fa paura anche nella lotta per il titolo. E' un talento impressionante e finora ha mostrato una capacità di imparare incredibile. Ad Austin potrebbe andare ancora più forte».

Pedrosa rischia di essere oscurato da Marquez?
«Dani è stato un po' troppo criticato nella prima gara. Dopo il primo giorno era decimo o giù di lì, ma è partito dalla terza posizione dimostrando una buona progressione. In gara era arrivato secondo, poi Rossi e Marquez lo hanno superato, ma Pedrosa rimane Pedrosa».

In cosa deve migliorare la Yamaha?
«Il motore non è uno dei nostri punti forti. Stiamo provando a superare questo handicap, ma ci vuole del tempo. Come stabilità in frenata e nelle curve veloci invece le cose vanno bene e questo ci ha permesso di guadagnare almeno un decimo rispetto al passato».

Nel 2014 scade il suo contratto. Cosa farà Lorenzo?
«Nella vita non ho mai scartato nessuna ipotesi, neppure quella di correre nella Superbike. Vedremo...».

Andrea Ramazzotti


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