Lorenzo: «Valentino è l'avversario più difficile»

Il campione del mondo si confessa: «Rossi un grande, ma sarà dura mantenere la stessa direzione»

MADRID - «Valentino è un avversario difficile, forse il più difficile da avere come compagno». In una sola frase Jorge Lorenzo dice tutto sul suo rapporto con Rossi: rispetto, rivalità, voglia di competizione e forse qualche piccola inquietudine. A un mese dall'inizio del mondiale, il campione della MotoGp ha parlato in una lunga intervista al quotidiano El Pais e la sfida con il Dottore è di nuovo, inevitabilmente, al centro dell'attenzione. «Credo che il suo ritorno sia stato una scelta logica della Yamaha - ha spiegato Lorenzo - Ha tanti tifosi e uno straordinario livello di guida. Negli ultimi test è arrivato a un solo decimo dal mio tempo, cioè niente. Ha qualcosa di speciale, nove titoli e più di cento vittorie non si ottengono per caso. Il suo arrivo può essere vissuto in diversi modi. Se si considera in modo negativo potrebbe essere un problema, ma io sono positivo: la Yamaha ha dato l'opportunità di combattere ad armi pari, con la stessa moto, uno dei piloti più grandi della storia».

NESSUN MURO Ai tempi della prima 'convivenza' tra Lorenzo e Rossi si era molto parlato del muro che divideva i box dei due piloti. «Era una cosa che piaceva ai media, ma a me non importava - dice lo spagnolo - Non so né il motivo né chi ha deciso di farlo. Alcuni dicevano che fosse un'idea della Michelin e della Bridgestone, che erano in forte competizione. Altri dicevano che era stata la Yamaha, altri Valentino. Non lo so e non mi interessa». Anche perché, continua, «quest'anno non ci sarà». A occhio il rapporto sembra più disteso, anche se - ammette Lorenzo - mantenere la stessa direzione non sarà semplice: «Siamo due piloti molto competitivi, soprattutto in pista. E' impossibile non avere attriti. Ma siamo più maturi, soprattutto io. Quando sono arrivato in MotoGP avevo 20 anni, ero praticamente un bambino. Ora vediamo le cose in modo diverso, capiamo di più l'avversario». Jorge ad ogni modo nega di aver avuto eccessi di presunzione nel suo percorso in MotoGp: «Non mi sono mai sentito superiore a nessuno, ma forse non riuscivo a farlo vedere. Ho mostrato durezza, ma a dire la verità questo comportamento serviva solo per mascherare le insicurezze che avevo da ragazzo».

JARVIS Lorenzo ha parlato anche dei contatti avuti con la Honda e della sua decisione di rimanere sulla M1. «L'offerta era uguale, poi ho scelto Yamaha per i rapporti personali. Lin Jarvis (numero uno del team, ndr) ha ha scommesso su di me. Mi sono sentito in debito».

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