Spies: «Al Mugello l'addio alla Yamaha»

Written By Unknown on Sabtu, 05 Januari 2013 | 22.06

Il pilota racconta di come sia maturata la decisione di lasciare il team. «Mancavano fiducia e rispetto»

ROMA - L'addio di Ben Spies alla Yamaha ha una causa scatenante e una data ben precisa. La conferma arriva direttamente dal pilota, in un articolo pubblicato sul magazine statunitense Cycle World. «Al Mugello ho avuto un'intossicazione alimentare molto brutta. Non avrei neanche dovuto partecipare alla gara. Stavo male sotto al casco, sudavo freddo e tremavo - racconta il pilota - La Yamaha è rimasta anche il giorno dopo la gara per dei test, ma io non sono sceso in pista. Non potevo muovermi, nè fare nulla. Un dipendente che da tempo lavora per Yamaha, ed è il massimo che posso dire in dettaglio, mi ha detto 'Abbiamo investito un sacco di soldi su di te. A Laguna Seca non farti vedere se non sei al 100%'. Poi ha aggiunto che la squadra aveva perso fiducia in me».

PUNTO DI NON RITORNO - Parole che hanno segnato un punto di non ritorno. «In quel momento ho deciso che non avrei corso con la Yamaha nel 2013 - dice ancora il pilota, che il prossimo anno correrà insieme ad Andrea Iannone nel team Ducati Pramac - in squadra ho ancora un sacco di amici, ma quando qualcuno ti parla in quel modo perdi ogni tipo di rispetto».

SFIORATO L'ADDIO ALLA MOTOGP - Una decisione a cui si aggiunge la frustrazione di aver fatto un campionato mediocre - e in alcuni casi sfortunato - con la stessa moto con cui Lorenzo ha centrato il titolo mondiale. Tanto che Spies aveva quasi deciso di lasciare completamente la MotoGp. «Stavo per mollare a Indianapolis, quando mi si è rotto il motore mentre ero secondo in gara». Un addio che avrebbe significato il ritorno in SBK «dove ho ancora ho un sacco di amici e dove un giorno potrei correre ancora». Ma alla fine Spies ha deciso di restare, grazie all'offerta della Pramac. «Sento di poter dare ancora tanto, non ho raggiunto il massimo delle mie possibilità in MotoGp». Forse anche a causa delle caratteristiche del mezzo. «La Yamaha è una grande moto, ma se non rispetti alcune linee è difficile da guidare. Invece sia con la Ducati che con la Honda mi sembra si possa avere uno stile più 'selvaggio'».


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